Confindustria Vicenza

148^ indagine congiunturale - II° TRIMESTRE 2020

CS021 | Credito e Finanza

Nota metodologica
Nel corso dell'esposizione dei risultati dell'indagine si farà frequente riferimento al saldo di opinione. Quest'ultimo corrisponde alla differenza tra la percentuale di aziende che hanno dichiarato aumenti e la percentuale di aziende che hanno evidenziato diminuzioni. Pertanto esso esprime, ma non in termini quantitativi, l'andamento del tasso di crescita o di diminuzione di una certa variabile (produzione, export, occupazione ...).

Le caratterizzazioni del campione
Il numero complessivo dei questionari elaborati ammonta a 228 e rappresenta circa il 21% del totale delle aziende interpellate.
Le risposte pervenute confermano i consueti caratteri tipologici del campione, con una prevalenza di piccole e medie imprese orientate all'esportazione.

La 148° indagine congiunturale condotta da Confindustria Vicenza raggiunge quello che si auspica sia l’apice dell’impatto negativo dell’emergenza COVID-19 sui numeri delle aziende manifatturiere vicentine.

 

Nel II° trimestre 2020 scende ancora la produzione registrando un -23,1% rispetto all’anno precedente.
A fronte del 77% delle aziende che dichiara cali della produzione, solo il 10,4% delle ditte evidenzia aumenti produttivi, determinando un saldo di opinione pari a -66,6 (-42,8 nel precedente trimestre; +6,4 nel II° trimestre dello scorso anno). Il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente rappresenta il 71% del totale.

Le misure di contenimento e contrasto introdotte per limitare la diffusione del Covid-19 hanno determinato un doppio shock negativo, sia sul mercato interno che sul mercato internazionale.
Sul fronte del mercato interno si conferma in maniera più accentuata  il trend negativo del I° trimestre con un -24%.
L‘export UE e EXTRA UE segnano rispettivamente un -17,9% e un -22% rispetto al 2° trimestre 2019. 

 

La profondità dell’impatto sul sistema industriale è confermata anche dalla situazione degli ordini. La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 18%, aumenta per il 15% mentre cala per il 67% delle aziende (saldo pari a -52) ed il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi soltanto nel 15% dei casi.

Rispetto al I° trimestre 2020 diminuisce leggermente la percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità (25%), mentre aumenta in modo sensibile la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (43%).

Nel II° trimestre 2020 i prezzi delle materie prime sono leggermente diminuiti (-0,8%), mentre i prezzi dei prodotti finiti sono rimati pressoché invariati.

Nel periodo aprile-giugno 2020 l’occupazione segna una riduzione del numero di addetti pari al -1,97%. Il 68% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, l’11% l’ha aumentato, mentre il 21% ha ridotto la propria forza lavoro.
Estremamente diffuso è risultato il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni.


 

ISTAT – dati nazionali
Dopo la forte riduzione registrata nel primo trimestre (-5,4%), l’economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti (-12,4%) per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate. La caduta del Pil si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia. Con il risultato del secondo trimestre il Pil fa registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica.

PREVISIONI A 6 MESI

La rilevazione di Luglio 2020, relativa al secondo trimestre 2020, registra – con riferimento al sentiment generale – un miglioramento rispetto al calo particolarmente significativo riscontrato in occasione della precedente rilevazione, seppur l’indicatore rimanga in territorio ampiamente negativo. Anche il sentiment a sei mesi mostra un rimbalzo, seppur più contenuto rispetto a quello della valutazione della situazione economica ad oggi.

Anche per quanto riguarda le variabili specifiche si assiste ad un miglioramento delle valutazioni fornite, seppur tutte rimangano lontane dai dati dell’ultima rilevazione precedente all’insorgere del COVID-19 (Gennaio 2020).

 

 

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