CS026 | Credito e Finanza
PRODUZIONE
La 152° indagine congiunturale condotta da Confindustria Vicenza conferma, nel periodo aprile-giugno 2021, l’atteso rimbalzo dell’attività delle imprese manifatturiere vicentine rispetto alle profonde flessioni causate nel 2020 dalla pandemia. Nel 2° trimestre 2021 la produzione è aumentata del 28,7% rispetto allo stesso periodo del 2020, che ricordiamo fu caratterizzato dall’esplosione della pandemia e dalla sospensione quasi totale di molte attività produttive (-23,1% fu il calo produttivo). Il recupero risulta decisamente importante, anche se non chiude completamente il gap negativo creato dal blocco pandemico.
Il 74% delle aziende dichiara aumenti della produzione, a fronte del 7% delle ditte che evidenzia ancora una flessione; il saldo di opinione è così pari a +67 (+16 nel precedente trimestre; uno speculare -67 nel 2° trimestre dello scorso anno). Il numero di aziende che denuncia un livello produttivo insoddisfacente scende al 24% del totale (26% nel precedente trimestre, 71% un anno fa).
MERCATO INTERNO & EXPORT
Per quando riguarda il mercato interno il fatturato è risultato in forte aumento (+35,2%), confermando una ripartenza anche della domanda interna.
Il risultato positivo più significativo è stato registrato dalle esportazioni verso i paesi extra europei, con un fatturato che è aumentato del 39,9% rispetto allo stesso periodo del 2020.
L‘export UE è invece aumentato ad un ritmo meno impetuoso (+25,3%).
ORDINI
Un discreto miglioramento è confermato anche dalla situazione degli ordini. La consistenza del portafoglio ordini rimane stabile per il 21%, aumenta per il 73% mentre cala per il 7% delle aziende (saldo pari a +66, contro il +33 del trimestre precedente); il periodo di lavoro assicurato supera i tre mesi nel 35% dei casi.
LIQUIDITÀ E INCASSI
Rispetto al 2020 diminuisce ancora la percentuale di aziende che denuncia tensioni di liquidità (7%), ed è in flessione anche la percentuale di imprese che lamenta ritardi negli incassi (7%).
PREZZI
Si conferma molto preoccupante la situazione dei prezzi e degli approvvigionamenti delle materie prime.
Nel 2° trimestre 2021 i prezzi delle materie prime sono decisamente aumentati (+29,6%); qualche impatto si è avuto anche sui prezzi dei prodotti finiti, cresciuti anch’essi del +9,4%.
OCCUPAZIONE
Nel periodo aprile-giugno 2021 l’occupazione segna ancora un aumento del numero di addetti pari all’1,4%. Il 61% delle aziende dichiara di aver mantenuto inalterato il proprio livello occupazionale, il 32% l’ha aumentato, mentre l’8% ha ridotto la propria forza lavoro.
Dati nazionali
• Consumi in rimbalzo. Mentre gli investimenti continuano la loro dinamica favorevole nei mesi primaverili, con ordini in aumento, il timone della ripresa italiana è nelle mani delle famiglie, la cui spesa è stimata finalmente in recupero, grazie a più mobilità e utilizzo del risparmio accumulato. Secondo l’indice ICC, il recupero dei consumi a maggio-giugno è più accentuato per la parte relativa ai servizi, grazie alla ripresa di viaggi e spese fuori casa. E le attese sono positive: gli ordini interni dei produttori di beni di consumo nel 2° trimestre sono saliti di 6 punti, la fiducia delle famiglie è oltre i livelli pre-crisi.
• Industria in crescita stabile. Nell’industria il percorso di crescita prosegue su ritmi stabili, secondo il PMI (62,2 a giugno). Grazie al recupero a giugno (+1,3%, stime CSC), la produzione conferma le attese e cresce nel 2° trimestre (+1,1%), come nel 1°, nonostante la correzione a maggio (-1,5%). Ciò coinvolge quasi tutti i settori: la maggiore eccezione è il comparto moda, ancora penalizzato dal calo dei consumi legato alle nuove abitudini nell’era-Covid. Le attese su produzione e ordini sono a livelli elevati, ma ci sono preoccupazioni per l’aumento dei prezzi di acquisto e, in alcuni casi, per carenza di materiali.
• Ripartenza nei dati sul lavoro. I datori di lavoro sono tornati ad aspettative di aumento degli occupati: da marzo nel manifatturiero, da maggio nei servizi. Gli occupati a tempo determinato sono cresciuti molto da marzo, tornando oltre i livelli pre-crisi (a maggio sono a +60mila). Non è ancora iniziata, invece, la risalita di quelli a tempo indeterminato: -403mila da gennaio 2020, al netto degli assenti dal lavoro da oltre 3 mesi (ad esempio per CIG). Non si arresta il calo dei lavoratori indipendenti (-458mila dal pre-crisi). Inoltre, resta da assorbire l’eccezionale aumento di inattività: ancora quasi +400mila.
LIV - LEADING INDICATOR VICENZA
La rilevazione di Luglio 2021, relativa al secondo trimestre 2021, fa segnare un sensibile miglioramento rispetto a quanto osservato in occasione della precedente rilevazione, con riferimento sia al sentiment generale sia al sentiment relativo alle specifiche variabili oggetto di indagine.
L’indicatore dell’attuale stato di salute dell’economia segue a distanza di un solo trimestre la “progressione” del sentiment a 6 mesi e si attesta in territorio positivo (+6,6%) per la prima volta dopo la rilevazione di Luglio 2018. Da rilevare l’aumento più significativo della variabile relativa allo stato di salute dell’economia a sei mesi (+12,4% dell’ultimo dato contro +5,6% della rilevazione di Aprile 2021) che testimonia una valutazione positiva per effetto della ripartenza del sistema industriale post COVID-19.
Per quanto riguarda il sentiment su specifiche variabili, tutti gli indicatori migliorano in modo significativo e raggiungono - con unica eccezione l’indicatore relativo al livello occupazionale - i valori massimi mai registrati da Luglio 2015. Pertanto, è la prima volta da fine 2018 che tutti gli indicatori hanno valori al di sopra del punto di equilibrio e 4 su 6 hanno raggiunto il loro massimo dopo che - poco più di 12 mesi fa - i valori erano ben lontani dal punto di equilibrio (-59,5% il sentiment sullo stato dell’economia ad Aprile 2020).
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