VI35834 | Comunicazioni associative
Stop alle auto a benzina e diesel in Europa nel 2035, il commento della presidente di Confindustria Vicenza Laura Dalla Vecchia:
“L’ideologia cieca, in cerca di facili consensi, ha battuto la razionalità.
Non si capisce perché Bruxelles, anziché puntare a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, abbia deciso di imporre, con la forza, una tecnologia.
Scelta che avrà due grosse ripercussioni gravi per l’Italia e l’Europa.
La prima è una progressiva deindustrializzare di una filiera trainante come quella dell’automotive, il cui cuore risiede nella componentistica italiana e veneta.
Quindi posti di lavoro, know-how, welfare, tasse, posizionamento nelle filiere internazionali persi senza alcun paracadute per nessuno.
La seconda è quella di non avere effetti significativi sul calo della CO2 nel pianeta, perché si sta mettendo un limite tecnologico a quella parte del mondo, l’Europa, che ha un impatto limitato e mitigato.
Stiamo invece consegnando alla Cina, il cui impatto è davvero enorme, una doppia posizione dominante: sia nella filiera automotive che nel campo delle materie prime a cui è legato l’elettrico.
Ci troveremo a dipendere dalla Cina per questi aspetti in modo del tutto paragonabile a come dipendevamo dalla Russia sulle forniture di gas.
Abbiamo sempre detto: fissiamo un limite di decarbonizzazione da raggiungere. Un limite anche ambizioso, con tempistiche chiare e contingentate. Ma lasciamo alle imprese ricercare la miglior tecnologia per arrivarci.
Così, invece, l’UE ha deciso di legare il nostro destino alla Cina, tra gli applausi anche degli europarlamentari vicentini e veneti.
Il tutto a spese delle aziende, dei lavoratori e anche dell’ambiente. E senza un piano vero su come attuare questa transizione forzata.
Abbiamo presente quante e quali saranno le risorse, i metalli per esempio, necessarie per arrivare a raggiungere gli obiettivi prefissati con le tecnologie imposte da Bruxelles? Abbiamo presente quanta elettricità sarà necessaria? Si ha idea di come produrla e a che costi (economici e ambientali)?
La transizione energetica si fa investendo in ricerca e sviluppo che vanno sostenuti con incentivi a livello di imprese ma anche e soprattutto di università e centri di ricerca. Perché è negli atenei che c'è la ricerca di alto livello che ci serve e che deve essere sostenuta e finanziata in maniera adeguata".
Iscriviti e scopri tutti i vantaggi di essere un nostro associato
L'Associazione ha tra i suoi obiettivi principali quello di accrescere la cultura d'impresa